CLOUDS
Viviamo in un'era virtuale, in cui la forma del nostro mondo è modellata dai computer e non più dalle mani dell'uomo. I prodotti commerciali sono pubblicizzati con rappresentazioni virtuali, i paesaggi hanno consistenze elettroniche, persino le persone cominciano a sembrare avatar.
In questa serie di fotografie, che nel titolo del lavoro sono state definite "anti-vettoriali", ho cercato di giocare con il confine tra virtuale e reale, creando immagini che sono apparentemente generate da algoritmi, ma che rappresentano invece oggetti tangibili.
Alcune banali reti da fiorista sono diventate piccole nuvole di colore, elementi senza una forma precisa che può essere liberamente interpretata. Il titolo in inglese si riferisce alla virtualizzazione di software, contenuti e file sul web in una nube immateriale che è difficile da visualizzare. Tuttavia, si riferisce anche al gioco di vedere le forme tra le nuvole nel cielo.
La concretezza di questi elementi è svelata guardando da vicino le immagini e rilevando anche piccoli "errori" che sono impossibili per un elemento creato da un computer. Errori e immaginazione diventano così strumenti di discernimento tra il vettore e il mondo reale.
Questo progetto è stato selezionato e pubblicato sul numero 11 di Hant Magazin Für Fotografie dal titolo "Back to Reality".